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Alessia Alberti,
Tra gioco e ironia
La figura umana nell´opera di Eva Aulmann
Con 8 riproduzioni
in: grafica d´arte, Rivista di storia dell´incisione antica e
moderna e storia del disegno
Anno XVII Aprile giugno 2006, numero 66, pp.27 - 29
Una precisa indicazione di quelle che sarebbero state le future scelte di
gusto di Eva Aulmann, e contenuta in uno scritto dell'artista del
20001. Commentando una delle piu significative opere da lei
realizzate fino a quel momento,
Il Tribuno (1997, flg. l),
la prima incisione dedicata alla figura umana, la metteva infatti in
relazione con il suo recente interessamento alle tecniche e ai
soggetti del maestro tedesco Horst Janssen (1929-1990), ravvisando
in esso - con una consapevolezza che sa quasi di programma - un
punto di svolta nel proprio lavoro. E cosi e stato. Guardando le sue
prime incisioni, che erano esclusivamente ispirate al mondo naturale
(animali, insetti e alberi) - certamente un effetto
del´apprendistato presso Vairo Mongatti, specialista nel genere
della natura morta - si ha addirittura la sensazione che l´artista
praticasse questi soggetti più come una sorta di esercizio di
bravura tecnica, una forma di compiacimento, che non come una vera e
propria scelta di indirizzo artistico.
Fatto decantare, con il tempo, quell'accademismo che permeava i suoi
primi lavori, l´artista ha iniziato ad affrontare con sempre
maggiore interesse - e capacità - la figura umana, esprimendosi con
un linguaggio che potremmo classificare come vagamente debitore nei
confronti dell´espressionismo, e con un atteggiamento di malinconica
ironia, probabilmente desunto da Janssen. Tra le prime prove in
questo senso si può menzionare
La coccinella , acquaforte del 1998: qui la natura morta, un mazzo di
fiori, divide la scena con una presenza umana, fungendo da
nascondiglio per una coccinella posata su una foglia; l´uomo la sta
guar-dando, richiamando a sua volta la nostra attenzione su di lei.
Questo soggetto - ci svela l´artista - mentre nasceva tra le sue
mani, ha rappresentato un´irresistibile lusinga a giocare con
l´ambigua morfologia dei particolari: a fissarle, in effetti, nelle
corolle dei fiori possiamo vedere ora volti umani ora teste leonine,
e cosi pure il volto dell´uomo cela simili inganni ottici. Un
divertissement di fondo dunque, che peraltro percorre diverse
incisioni della Aulmann, come
La fuga , acquaforte-acquatinta del 2001 (fig. 4): ambientata nelle
sale di un grande museo (sotto il quadro si vede chiaramente
un'etichetta), la scena mostra un´uomo colto in un originale
tentativo di fuga, mentre - sotto lo sguardo perplesso degli astanti
- solleva la gamba per entrare in un grande quadro, una natura morta
del passato. Quest'opera consente di approfondire una tematica
peculiare della produzione dell´artista, ossia l'ambizione di
trascinare lo spettatore dentro l'immagine servendosi del potere
magnetico dello sguardo dei suoi personaggi, espediente che deve
esserle derivato dallo Studio del manierismo toscano. Qui il motivo
risulta addirittura raddoppiato: a guardarci dritto negli occhi non
e soltanto l'uomo in primo piano, per attirarci dentro la stampa, ma
anche quello in fuga, quasi a invitarci con lui dentro il quadro.
Sempre da un divertimento dell'artista nasce uno dei suoi ultimi
lavori,
Sogni , acquaforte del 2005 (fig. 3). Costretta per
qualche tempo ad astenersi dall'uso degli acidi, tra la fine del
2004 e i primi mesi del 2005, Eva Aulmann si e «reinventata»,
dedicandosi soprattutto al disegno, ma in un modo abbastanza
particolare, non nel rispetto dei ben noti canoni acquisiti durante
gli anni dell'Accademia, bensi affidandosi alla casualità di
sgocciolature schizzi di caffe lasciati cadere su fogli di carta (li
chiama mokaschizzi) . La sua natura fondamentalmente razionale ha
fatto il resto, costringendola a ritoccare queste
forme, per adattarle alla sua immaginazione mediante interventi a
penna o a matita. Cosi, da un bicchiere di vino rovesciato, e nato
Sogni . Ma Eva Aulmann conosce anche un modo più impegnato di
affrontare la
figura umana. Si e formata cosi, nel 2000, una galleria di ritratti
immaginari, Anton , Alfred e Gustav (fig. 5),
vagamente malinconici, ispirati a Schiele. Nel trarre questi
personaggi fuori dalla sua fantasia l'artista ha cercato di metterne
a fuoco soprattutto i volti, le mani, lasciando il resto della
figura nell'indeterminatezza. Ultimamente però tutto questo
«bianco», ossia l´ampiezza della superficie non incisa, sembra non
piacerle più, e allora per attenuarne l´impatto ricorre all'uso di
un fondino di tonalità pallida. La composizione poi si dilata, fino
a occupare l'intero spazio, come ne
La coscienza , del 2004
(fig. 6). Dalla mente dell´uomo in primo piano, che sembra quasi in
disfacimento, prendono corpo - in una trama fitta di segni - ombre e
pensieri, forse anche sogni, che vanno a dar forma ad uno spettro
alle sue spalle, la sua coscienza? Tra serio e divertito lo sguardo
dell'artista continua (ormai dal 1997) a posarsi sulla figura umana,
divenuto (a questo punto possiamo dirlo) il suo privilegiato oggetto
di indagine, mostrandone, senza atteggiamento di condanna, bensì con
una certa ironia, i comportamenti e
le follie.
Note
1. Un'artista presenta se stessa. Eva Aulmann, in «graphica d´arte», XI
(2000), n. 43, lug.-set., pp. 22-24 (sp. p. 23). 2. Con quest'opera
l'artista si e aggiudicata nel 2005 il primo premio alla Biennale di
Grafica di Castelleone (Cr).
Eva Aulmann e nata a Stoccarda nel 1972. Dopo il diploma (Stoccarda,
1991) ha frequentato l'Accademia di Belle Arti a Firenze
(1992-1996), città ove tuttora vive. Ha iniziato a incidere nel 1993
sotto la guida di Vairo Mongatti. Quindi ha ottenuto, per il biennio
1996-1997, una borsa di Studio presso La Scuola Internazionale di
Grafica II Bisonte. Stampa in proprio. Attualmente il suo corpus
incisorio ammonta a circa 170 lavori (sono esciusi dal computo i
numerosi ex libris e le piccole stampe d'occasione, auguri natalizi,
annunci, ecc.). Incide soprattutto all'acquaforte, talvolta
unitamente all'acquatinta; diverse le puntesecche, mentre le prove
in silografia/linoleum sono in numero assai limitato.